Ground, Cloud e centralità del dato: tutto quello che c’è da sapere

03 novembre 2023
Ground, Cloud e centralità del dato: tutto quello che c’è da sapere

 

Il ruolo dell'IT nel business è cambiato, lo sappiamo. Un cambiamento che ne ha modificato anche le priorità in azienda.

Di questo, delle nuove esigenze delle aziende oggi, di centralità del dato e del farsi strada di un nuovo concetto, quello del ground, ne parla Massimo Bianchi, Head of Hybrid Infrastructure Services di Npo Sistemi.

L’it è uno strumento importante per il cambiamento in azienda, in questo contesto come si sono evolute le priorità dei CIO per il prossimo futuro?

I Cio hanno davanti a loro diverse sfide, non più prettamente tecnologiche, ma principalmente di comunicazione, integrazione e progetto. Secondo la nuova agenda dei CIO, tra le priorità ci sono infatti:

  • Essere interprete delle esigenze di business e gestirle dal punto di vista economico per incrementare l’IT
  • Trasmettere i progetti e gli avanzamenti in azienda, è infatti importante saper comunicare le metriche dopo averle realizzate
  • Rendere l’IT sempre più funzionale al business
  • Mantenere le infrastrutture sempre aggiornate così da garantirne l’evoluzione

La componente tecnologica è un vero e proprio abilitatore dell’innovazione, è sempre più importante quindi realizzare infrastrutture che permettano alle aziende di essere robuste rispetto ai problemi e, quando possibile, evitarli.

E il cuore di tutta la componente IT sono i dati, che possono e devono essere resi disponibili in molteplici forme a diversi attori aziendali, per valorizzarli al massimo. Prendo in prestito una pubblicità di molti anni fa “la potenza è nulla senza controllo” perché è necessario garantirne la governance, la fruibilità e la sicurezza per abilitare processi efficaci. Ed il tutto deve fluire semplicemente, senza continui interventi.

In questo scenario sta prendendo sempre più piede il concetto di Ground, contrapposto a Cloud, cosa si intende? C’è una scelta da fare?

Con Ground si intende non solo il perimetro strettamente aziendale ma anche quando metto i dispositivi in co-location; corrisponde all’estensione a tutte le infrastrutture fisiche che la compongono, non solo i sistemi centrali. È fondamentale perché sapendo dove sta il dato posso garantire pienamente la sicurezza dell’accesso al dato, così come la protezione della proprietà intellettuale e tutte quelle normative che implicano stretti paradigmi.

Per rispondere alla seconda domanda, ci sono diversi fattori che ne influenzano la risposta.

Negli ultimi anni siamo passati da una prevalenza di Infrastrutture Legacy, on premise (o ground, edge) appunto, al full cloud, per atterrare infine a un approccio ibrido.

Riscontriamo un approccio differente in funzione dell’età anagrafica dei decisori: alcuni, per lo più cinquantenni, prediligono spesso una componente fisica per i dati più importanti, quelli core – mentre gli under-35 optano per considerare l’informatica un puro servizio e si orientano maggiormente al cloud.

Quali sono i vantaggi del Ground? Come posso portare i vantaggi del cloud su Ground?

Considerando gli ambienti di produzione, performance e velocità sono importantissime – anche in questo caso l’esigenza di rispettare vincoli di Business pone scelte quasi obbligate verso un approccio o l’altro.

In tutto questo si innesta la necessità di rispettare le normative di settore.

Rimane una costante: bisogna studiare opportunamente, in funzione di queste variabili, la scelta del posizionamento delle proprie applicazioni, e questa scelta dovrebbe essere ri-ponderata periodicamente per tenere conto delle evoluzioni del business, nonché degli avanzamenti in ambito tecnologico e delle variazioni normative.

Per rispondere all’ultima domanda ci vengono incontro le soluzioni di Storage as a service (o STAAS) che uniscono la potenza del dato con la semplicità dell’utilizzo.

Esattamente come il Cloud ci ha abituato a poter considerare la potenza di calcolo praticamente illimitata, pagando solo per il consumato, così le soluzioni STaaS ci portano la visione di uno storage sempre disponibile, senza preoccuparci di sovra-allocazioni.

Le soluzioni di mercato prevendono infatti due livelli di espansione: una locale ed una remota. In locale viene sempre previsto un buffer per la crescita, disponibile a richiesta, ma pagato solamente all’utilizzo: il lato migliore è rappresentato dai sistemi di monitoraggio integrati che avvisano al superamento di soglie concordate e consentono di valutare l’evoluzione, se approvvigionarsi di nuovo storage o fare azioni di “pulizia”.

Un vantaggio ulteriore deriva dall’integrazione di questi sistemi con i sistemi remoti di Public Cloud: gli algoritmi presenti sui sistemi individuano i dati meno acceduti e li spostano cloud – un po' come un contenitore che si espande per contenere tutti i dati che vogliamo riporvi.

 

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